Febbraio 2015 – E’ tutto perfetto. Queste due isole sono perfette. Non esiste viaggio più bello da fare per un motociclista: la Nuova Zelanda è un tour di 4.200 km di curve dolci adagiare a metà tra l’oceano, la giungla e i vulcani. E’ davvero meravigliosa e ce ne rendiamo conto subito.
Anche dopo 24 ore di volo, strano a dirsi, ma la voglia di prendere le moto e iniziare a macinare km ha di gran lunga superato la stanchezza del lungo viaggio. Quindi alle 10 del mattino, dopo aver ritirato le moto ci mettiamo in marcia per quello che sarà un viaggio meraviglioso. Ad un’andatura regolare ci godiamo il sole, l’oceano…l’aria della Nuova Zelanda cullati dalle sue magnifiche curve….
Quasi senza accorgercene arriva l’ora di pranzo. Guardo l’orologio e mi rendo conto che sono quasi le 13….anche io come tour leader mi sono lasciato trasportare dallo stupore dei paesaggi Neozelandesi e mi son quasi dimenticato che occorre fermarsi per il pranzo!!
Fortunatamente nei pressi di Te Mata sulla costa ovest della Penisola Coromandel, incrocio un ristorantino sul mare con la scritta “Mussels” ovvero Cozze.
Una piccola digressione : in Ancona dove vivo, le cozze si chiamano “moscioli” (e sono anche un presidio Slow Food) con una stretta assonanza al termine inglese. Sono cozze selvatiche e per un qualsiasi Anconetano DOC oltre ad essere una prelibatezza d’eccellenza, rappresentano uno stretto legame con il territorio, con la tradizione, con la storia ad esso legata. E quindi…decido di fermarmi subito. Con il gruppo ci sistemiamo ai tavoli mentre io mi reco da proprietario gestore del ristorante per ordinare per tutti, dopo aver consultato il menù, una decina di portate di cozze cucinate in maniera differente. “Hello!! We are 12 persons, Could you prepare for us 10 portions of Mussels make in some different way?”
Il proprietario mi risponde prontissimo “Yesss sssure!! Is nott a proble!! Tuenty minut will be redy!!!!”
Le mie orecchie stentato a credere a ciò che hanno appena sentito….o meglio al modo in cui l’hanno sentito. Lo slang “strascinato” tipico del dialetto anconetano con cui il titolare del locale ha pronunciato la sua risposta mi ha subito insospettito e così gli chiesi “scusa, ma sei italiano?”….la risposta non si fece attendere neanche un secondo e con un sorrise grande come l’isola del nord:
– “Sci oh!!!! So italiano, ancora voialtri????”
– E io pronto : “te nun sei italiano solo, te sei d’ancona!!!!!!”
– “orca miseriaaaaa!!! Sci so d’Ancona!! Pure te??? So diec’anni che me so trasferito a cucina i “moscioli” qui in Nuova Zelanda!!”
E fu così che ci ritrovammo a mangiar Moscioli dall’altro capo del mondo, cucinati da un Anconetano D.o.c.